Venerdì 12 aprile
Cena Mistica Medioevale
dedicata a Santa Ildegarda di Bingen
presso Ostaria da Rico via Cosmo n. 64 - Vittorio Veneto
prenotate
al 335 66 44 612
Questa cena sarà un breve viaggio
nell’anno 1.150… dove viveva Santa Ildegarda di
Bingen, che con i suoi insegnamenti sulle piante officinali ci permise
d’iniziare un nuovo viaggio alla ricerca della salute e della cucina naturale
Menù:
Primi piatti: Vellutata di farro dicoccuscon carote e
lenticchie di montagna
Grano saraceno con d’Ariete le prime verdure del sole di
primavera
Secondi piatti: d’uova e erbe dell’ Hortus simplicium,
gratinate con il grande vecchio
Formaggio meditato
in olio e Thymus v., laurus nobilis e
Juniperus communis sposato
con polenta di miglio al profumo di
salvia.
Letizia del Palato:
Di Pan dolce lievitato, con crema di mandorle
Di godimento
Mercuriale di vitis: calice di
surlì con succo di pomaria verde
di benvenuto, Cirò bianco con i primi, di Frappato Vittoria con i secondi et di Schiopettino
Friulano con formaggio
Prologo e commenti sui Segreti di Santa Ildegarda e della
cucina Medioevale
Madonna Dott.ssa
Silvia Nogarol dell’Erboristeria di
Ceneda – Vittorio Veneto
e Messere Vittorio
Alberti del Centro Ricerche Piante Officinali – Quero
Ma chi era Santa Ildegarda di Bingen
anni della maturità intraprende numerosi viaggi per visitare
monasteri, che avevano chiesto il suo intervento e per predicare nelle piazze,
come a Treviri, Metz e Colonia. Muore il 17 settembre 1179. Una semplice erborista? No, molto di più:
attraverso le risorse naturali Ildegarda era convinta di poter ristabilire
l’equilibrio fra l’Uomo, il Cosmo e le Forze che regolano questa relazione. Per
lei questi tre concetti avevano un senso universale, perciò anche qui di
seguito sarà loro attribuito questo significato
Nasce a
Bermesheim nel 1098, ultima di dieci figli. Tra il 1147 e il 1150, sul monte di
San Ruperto vicino a Bingen, sul Reno, Ildegarda fonda il primo monastero e,
nel 1165, il secondo, sulla sponda opposta del fiume. È una persona delicata e
soggetta alle malattie, tuttavia, raggiunge l'età di 81 anni affrontando una
vita piena di lavoro, lotte e contrasti spirituali, temprata da incarichi
divini. Figura, intellettualmente lungimirante e spiritualmente forte, le sue
visioni, trascritte in appunti e poi in libri organici, la rendono celebre. È
interpellata per consigli e aiuto da personalità del tempo. Sono documentati i
suoi contatti con Federico Barbarossa, Filippo d'Alsazia, san Bernardo, Eugenio
III. Negl
Secondo
Ildegarda l’uomo ha in sé l’universo ed egli stesso è un universo in miniatura.
Nel creato vi sono cinque elementi l’aria, l’etere, il fuoco, l’acqua e la
terra che si trovano in tutto ciò che esiste. Rifacendosi alla medicina del
suo tempo, Ildegarda attribuisce agli elementi quattro qualità: il caldo, il
freddo, il secco e l’umido che ne caratterizzano l’azione e l’effetto sugli
esseri viventi. Ma al di sopra di tutto, il creato è permeato da ciò che la
monaca chiama l’energia verdeggiante (in latino, viriditas), il soffio
vitale che è presente in diversi gradi e intensità in tutto ciò che esiste.
Ildegarda attribuisce all’energia verdeggiante un ruolo importante nel
raggiungimento dell’equilibrio e del benessere psicofisico: quando la viriditas
si esaurisce l’organismo si ammala, si dovrà recuperare questa energia
assumendola, per esempio, con una pianta che ne sia particolarmente ricca.
Il
concetto di salute e di malattia
L’uomo e
l’universo sono così indissolubilmente legati che lo stato di benessere o di malessere
dell’uno si ripercuotono sull’altro. Per questo, Ildegarda propone di
attingere dal mondo che circonda l’uomo ciò che all’uomo serve per recuperare
l’equilibrio, che si regge sul benessere non solo corporeo ma anche mentale.
Infatti, possono condurre alla malattia anche le preoccupazioni e i cattivi
pensieri. Ma proprio perché l’uomo è una parte del tutto, causa delle
sue malattie può anche essere la perdita di connessione con l’ambiente che lo
circonda. La monaca benedettina esprime dunque un pensiero “ecologista” quando
afferma che l’uomo, dopo essere stato cacciato dal paradiso terrestre, ha perso
l’armonia con il mondo che lo ospitava.
Se l’uomo
riesce a recuperare la comunione con la natura e vi si adegua, può tornare
all’armonia.
Il
recupero dell’equilibrio e della salute per Ildegarda avviene anche attraverso
uno stile di vita regolare, senza eccessi e, soprattutto, seguendo una dieta
equilibrata.
Per questo
motivo la maggior parte delle preparazioni da lei suggerite vengono
somministrate in minestre, vino, biscotti oppure polveri e pappine da spalmare
sul pane.
La
personalizzazione della cura
La monaca
utilizza un metodo completamente innovativo per l’epoca: non descrive solo la
forma delle piante e le caratteristiche del rimedio, come si usava nei trattati
di erboristeria del Medioevo, ma illustra anche l’effetto che la sostanza
produce quando entra in relazione con l’uomo.
Ildegarda
distingue l’efficacia di un rimedio in base a chi lo riceve; se è uomo o donna,
per esempio, oppure se ha un solo disturbo o se, invece, è di salute
cagionevole.
Inoltre,
ciascuna sostanza ha in sé alcune proprietà, può essere calda, fredda, secca o
umida (vedi 4 alementi e Alchimia), che sono utili per bilanciare un eccesso o
un deficit nella persona ammalata. Una pianta calda, per esempio, sarà utile
contro il raffreddamento, una secca contro l’eccesso di umori che causa la
nausea e così via. I rimedi devono essere accuratamente scelti in base a chi
dovrà farne uso, si può dunque parlare di una cura fortemente personalizzata.
Erbe: usi
di ieri e usi di oggi
Ildegarda
conosceva bene la sofferenza, perché la sperimentava su di sé. Il suo desiderio
era offrire alle persone uno strumento efficace per curarsi, anche da sole.
Divulgava i suoi rimedi offrendo a ciascuno la possibilità di metterli in
pratica, con le giuste precauzioni. A differenza di altri terapeuti medioevali,
la monaca benedettina non si pone come unico tramite fra il malato e la
possibilità di guarire, ma consente al paziente di avere un ruolo attivo nel
perseguire il proprio benessere.
Ciò che
colpisce leggendo gli scritti di Ildegarda è la loro attualità; infatti le
proposte di Ildegarda per curare alcuni disturbi molto comuni hanno un
riscontro attuale.
Così come
Ildegarda non proponeva dosaggi rigorosi per curare i suo pazienti, in quanto
stabiliva ad personam i dosaggi e la concentrazione dei rimedi.
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